credenze e superstizioni a bordo
Inviato: 30 ott 2012, 17:21
Fonte: la rete
OMBRELLO A BORDO
Tutti i marinai lo sanno: MAI portare in barca un ombrello! La superstizione è largamente diffusa negli ambienti marinareschi non solo italiani.....
IL VARO DELLA BARCA
L’odierna cerimonia del varo, innocua ed incruenta, è ancora carica di superstizioni. Molti velisti si sentirebbero male se la bottiglia non si infrangesse sulla prua al primo colpo ... prua di un barcone
IL CAMBIO DEL NOME DELLA BARCA
Cambiare il nome a una barca porta male, perché una barca possiede un'anima come le persone, e come le persone viene immediatamente riconosciuta attraverso il suo nome.
Al marinaio esperto, il nome di una barca ne richiama immediatamente pregi e difetti, quindi cambiarle il nome equivale a ingannare i marinai, che non hanno più un immediato riscontro del fatto che quella barca ha, magari, rischiato di colare a picco più volte.
E allora come si fa a togliere la sfortuna se fosse veramente necessario
cambiarle nome? Ci sono alcuni rimedi:
•prima di procedere alla sostituzione del nome alla barca, far sturare una bottiglia di vino rosso da una vergine e farne aspergere il contenuto sulla prora;
•cancellare il vecchio nome, lasciando la braca quanto più tempo senza, magari sfruttando la pausa invernale del rimessaggio, con la speranza che "lei" dimentichi e non si accorga del nuovo;
•far rotta in modo tale da tagliare la stessa per sette volte;
•sostituire un bullone dalla chiglia;
•conservare il vecchio nome sottocoperta, sistemandolo sul controdritto di prora;
•Collocare una moneta sotto l'albero maestro. E qui, riemerge l'antica pratica propiziatoria gia' in uso presso gli antichi romani. Attenzione però: se l'albero è in alluminio, la moneta dovra' essere isolata elettricamente.
I Francesi, concordano, sebbene ammettano una significativa eccezione: solo il 15 agosto è possibile dare un nuovo nome alla propria barca, seguendo però scrupolosamente un rigoroso rituale. La barca ribattezzata deve veleggiare di bolina, compiendo una serie di brevi virate, disegnando così un percorso a zigzag. Poi deve poggiare e scendere in poppa piena. Il motivo di un simile rituale? Il percorso rappresenta un serpente che si mangia la coda! Ovviamente è d’obbligo aggiungere la benedizione del prete. Guai a lui, però, se mette un piede sulla barca!
MAI PARTIRE IL VENERDI’
Si narra che Olivier de Kersuason differì al sabato la partenza per un suo tentativo di battere il record sul Trofeo Jules Verne, evitando di partire venerdì e ciò nonostante avesse il suo Geronimo pronto ed armato in banchina e le condizioni meteo fossero ottimali. Nonostante le precauzioni il record non fu battuto.
C’è chi, invece, del venerdì se ne infischiò. Jean Yves Terlain partecipò alla OSTAR del ’72 con una “barchetta” tre alberi di 128 piedi chiamata “Venredi 13”. Comunque non vinse.
MAI PARLARE DEI CONIGLI
Mai parlare di conigli su una barca francese, verreste scaraventati in acqua, come ha rischiato di finire un Australiano imbarcato sul catamarano Orange. L’origine di questa superstizione non è chiara, fatto sta che su una barca francese non troverete né cibo, né libri, né immagini che richiamano anche lontanamente il coniglio.
BANANE A BORDO
Mai portare banane su una barca inglese. E’ come per noi salire con un ombrello
IL COLORE VERDE
I colori. In Italia una barca verde è portatrice di cattiva sorte. All’inizio il divieto riguardava l’abbigliamento. Mai indossare abiti verdi, forse perché il verde non si distingue dall’acqua di mare. Successivamente il divieto si è esteso al colore della barca. I “credenti” adducono l’esempio del Gatorade, quasi affondato nell’Oceano Australe, e tutti gli spi verdi di Paul Cayard esplosi a vantaggio di Prada.
Alcuni Americani ritengono che barca rossa non sia fortunata, forse pensando a Liberty che interruppe la “striscia” di vittorie più lunga del mondo dello sport.
GUFARE IN REGATA
La classica gufata, diventata molto di moda negli ultimi anni, che si sente abitualmente nel piazzale prima delle regate importanti. Sovente è pronunciata da uno dei favoriti, verso un altro dei favoriti.
Normalmente il bersaglio della gufata replica con altra gufata: “Ah no! Il vero favorito sei tu! Quante prove hai intenzione di vincere oggi? Quanti lati ci dai? Spero solo che tu abbia un po’ di pieta' di noi. Non farci tutti uscire fuori tempo massimo!”
OMBRELLO A BORDO
Tutti i marinai lo sanno: MAI portare in barca un ombrello! La superstizione è largamente diffusa negli ambienti marinareschi non solo italiani.....
IL VARO DELLA BARCA
L’odierna cerimonia del varo, innocua ed incruenta, è ancora carica di superstizioni. Molti velisti si sentirebbero male se la bottiglia non si infrangesse sulla prua al primo colpo ... prua di un barcone
IL CAMBIO DEL NOME DELLA BARCA
Cambiare il nome a una barca porta male, perché una barca possiede un'anima come le persone, e come le persone viene immediatamente riconosciuta attraverso il suo nome.
Al marinaio esperto, il nome di una barca ne richiama immediatamente pregi e difetti, quindi cambiarle il nome equivale a ingannare i marinai, che non hanno più un immediato riscontro del fatto che quella barca ha, magari, rischiato di colare a picco più volte.
E allora come si fa a togliere la sfortuna se fosse veramente necessario
cambiarle nome? Ci sono alcuni rimedi:
•prima di procedere alla sostituzione del nome alla barca, far sturare una bottiglia di vino rosso da una vergine e farne aspergere il contenuto sulla prora;
•cancellare il vecchio nome, lasciando la braca quanto più tempo senza, magari sfruttando la pausa invernale del rimessaggio, con la speranza che "lei" dimentichi e non si accorga del nuovo;
•far rotta in modo tale da tagliare la stessa per sette volte;
•sostituire un bullone dalla chiglia;
•conservare il vecchio nome sottocoperta, sistemandolo sul controdritto di prora;
•Collocare una moneta sotto l'albero maestro. E qui, riemerge l'antica pratica propiziatoria gia' in uso presso gli antichi romani. Attenzione però: se l'albero è in alluminio, la moneta dovra' essere isolata elettricamente.
I Francesi, concordano, sebbene ammettano una significativa eccezione: solo il 15 agosto è possibile dare un nuovo nome alla propria barca, seguendo però scrupolosamente un rigoroso rituale. La barca ribattezzata deve veleggiare di bolina, compiendo una serie di brevi virate, disegnando così un percorso a zigzag. Poi deve poggiare e scendere in poppa piena. Il motivo di un simile rituale? Il percorso rappresenta un serpente che si mangia la coda! Ovviamente è d’obbligo aggiungere la benedizione del prete. Guai a lui, però, se mette un piede sulla barca!
MAI PARTIRE IL VENERDI’
Si narra che Olivier de Kersuason differì al sabato la partenza per un suo tentativo di battere il record sul Trofeo Jules Verne, evitando di partire venerdì e ciò nonostante avesse il suo Geronimo pronto ed armato in banchina e le condizioni meteo fossero ottimali. Nonostante le precauzioni il record non fu battuto.
C’è chi, invece, del venerdì se ne infischiò. Jean Yves Terlain partecipò alla OSTAR del ’72 con una “barchetta” tre alberi di 128 piedi chiamata “Venredi 13”. Comunque non vinse.
MAI PARLARE DEI CONIGLI
Mai parlare di conigli su una barca francese, verreste scaraventati in acqua, come ha rischiato di finire un Australiano imbarcato sul catamarano Orange. L’origine di questa superstizione non è chiara, fatto sta che su una barca francese non troverete né cibo, né libri, né immagini che richiamano anche lontanamente il coniglio.
BANANE A BORDO
Mai portare banane su una barca inglese. E’ come per noi salire con un ombrello
IL COLORE VERDE
I colori. In Italia una barca verde è portatrice di cattiva sorte. All’inizio il divieto riguardava l’abbigliamento. Mai indossare abiti verdi, forse perché il verde non si distingue dall’acqua di mare. Successivamente il divieto si è esteso al colore della barca. I “credenti” adducono l’esempio del Gatorade, quasi affondato nell’Oceano Australe, e tutti gli spi verdi di Paul Cayard esplosi a vantaggio di Prada.
Alcuni Americani ritengono che barca rossa non sia fortunata, forse pensando a Liberty che interruppe la “striscia” di vittorie più lunga del mondo dello sport.
GUFARE IN REGATA
La classica gufata, diventata molto di moda negli ultimi anni, che si sente abitualmente nel piazzale prima delle regate importanti. Sovente è pronunciata da uno dei favoriti, verso un altro dei favoriti.
Normalmente il bersaglio della gufata replica con altra gufata: “Ah no! Il vero favorito sei tu! Quante prove hai intenzione di vincere oggi? Quanti lati ci dai? Spero solo che tu abbia un po’ di pieta' di noi. Non farci tutti uscire fuori tempo massimo!”