LA PROSSIMA ESTATE IN CANOTTO
Inviato: 27 gen 2016, 22:54
-Guardi che lei qui non ci può stare, smetta altrimenti chiamo la capitaneria.
Rimasi senza parole anche se a me, da buon toscano, la "chiacchera" non mi manca.
Il fatto è che aveva ragione lui, il bagnino del vicino stabilimento balneare, la legge parla chiaro dalle 8 di mattina fino alle 20 la pesca da terra non si può esercitare.
Lo ricordava anche un cartello posto in bella vista nello stradello cha dalla provinciale porta alla spiaggia e che avevo volutamente ignorato.
Gli chiesi se allontanandomi lungo la scogliera avessi potuto continuare e lui mi indicò una roccia di colore biancastro, un centinaio di metri più avanti, dicendomi che da li in poi sarei stato a distanza regolamentare.
Il posto che avevo scelto non era casuale, il fondo roccioso in quel punto lasciava posto ad una schiazzata di sabbia di una ventina di metri di lato distante una quindicina di metri da terra.
Avevo pasturato con una fionda proprio nel bel mezzo della chiazza, con pastura composta da pan grattato e semiumida di sarda, avevo fiondato anche dei bigattini incollati ai quali avevo aggiunto della ghiaia per farli affondare velocemente.
Era poco più di un'ora che pescavo e due oratelle di un mezzo chilo facevano compagnia a due saraghi maggiori ed alcune occhiate, mestamente rifeci le canne, rimisi a posto le minuterie nella borsa portaoggetti, piegai il mio fedele sgabello presi i secchi della pastura e dei pesci e mi diressi verso la nuova destinazione.
Qui la scogliera si alzava dal mare di cinque o sei metri, il fondo era completamente roccioso e qua e la si intravedevano delle chiazze scure, sicuramente posidonie, che avrebbero limitato il mio campo di azione.
Rimontai la mia attrezzatura e scegliendo il punto più avanzato verso il mare, piazzai il panchetto, scelsi il punto dove avrei pescato e ricominciai a pasturare.
Passò una mezz'ora prima che il primo pesce si decidesse a mangiare, era un sarago fasciato, non piccolo, insistetti a pasturare e dopo pochi minuti abboccò una grossa occhiata, provai a sollevarla non avendo il guadino, ma a metà strada ruppe con i suoi dentini il delicato terminale.
Rilanciai e dopo alcuni minuti un'orata pensò bene di farmi visita, con calma portai il pesce dove la scogliera era più bassa e questa volta mi andò bene, il pesce finì nel secchio del pescato.
Stavo per rilanciare quando sentii un vicino vociare, una famiglia in vacanza si stava avvicinando, non appena furono sulla roccia a pochi metri da me, i bambini incominciarono a tuffarsi, l'acqua in quel punto era profonda tre metri, risalivano e si rituffavano e dopo poco anche i genitori si unirono a loro in una gara di tuffi.
Insistetti ancora ma sapevo bene che i pesci si erano già allontanati e non di poco.
Mestamente rifeci le canne e riordinai tutto dopodiché mi incamminai verso la spiaggia dove mia moglie stava prendendo il sole.
La mattina successiva ci riprovai e questa volta il bagnino non mi venne a mandare via, forse perché il giorno precedente avevo messo i pesci in un sacchetto e li avevo dati tutti a sua moglie, da quel "figliol di buona donna" che la mia povera mamma diceva che fossi.
Il mare si era mosso un po' di più e le occhiate fecero la parte del leone, ne presi una quindicina, qualche sarago belloccio e anche un'oratella di taglia come il giorno precedente.
Quando tornai alla spiaggia, il bagnino si avvicinò, ci salutammo e mi disse:- signor Bruno, so che si chiama così, finchè lei è il solo che pesca posso chiudere un occhio, ma se c'è altra gente purtroppo non posso fare a meno di mandarvi via, sa, ne va del mio lavoro.
Purtroppo le mie pescate non erano passate inosservate, infatti la mattina successiva sulla scogliera sembrava ci fosse la sagra del paese, contai otto canne in pesca, mentre mi avvicinavo vidi che i pescatori parlottavano tra loro e mi ammiccavano, mi avevano lasciato il posto del giorno prima libero, sapevo già che il gioco sarebbe durato poco ma feci finta di niente, preparai la pastura ed i bigattini e pasturai abbondantemente prima di montare la canna, appena in pesca allamai un'occhiata grossotta e facendo anche un po' di scena, che non guasta mai, la portai al guadino e la misi in secco.
Rilanciai e mi guardai intorno, accorgendomi che avevo tutti gli occhi addosso e così pensai bene di fare un po' di show con le altre tre o quattro occhiate decisamente più piccole della prima.
Con la coda dell'occhio vidi il bagnino che si stava avvicinando, la pacchia stava per finire, improvvisamente il cimino della canna si piegò e incannai un bel pesce, sicuramente si trattava di un'orata di taglia.
Continua.
Rimasi senza parole anche se a me, da buon toscano, la "chiacchera" non mi manca.
Il fatto è che aveva ragione lui, il bagnino del vicino stabilimento balneare, la legge parla chiaro dalle 8 di mattina fino alle 20 la pesca da terra non si può esercitare.
Lo ricordava anche un cartello posto in bella vista nello stradello cha dalla provinciale porta alla spiaggia e che avevo volutamente ignorato.
Gli chiesi se allontanandomi lungo la scogliera avessi potuto continuare e lui mi indicò una roccia di colore biancastro, un centinaio di metri più avanti, dicendomi che da li in poi sarei stato a distanza regolamentare.
Il posto che avevo scelto non era casuale, il fondo roccioso in quel punto lasciava posto ad una schiazzata di sabbia di una ventina di metri di lato distante una quindicina di metri da terra.
Avevo pasturato con una fionda proprio nel bel mezzo della chiazza, con pastura composta da pan grattato e semiumida di sarda, avevo fiondato anche dei bigattini incollati ai quali avevo aggiunto della ghiaia per farli affondare velocemente.
Era poco più di un'ora che pescavo e due oratelle di un mezzo chilo facevano compagnia a due saraghi maggiori ed alcune occhiate, mestamente rifeci le canne, rimisi a posto le minuterie nella borsa portaoggetti, piegai il mio fedele sgabello presi i secchi della pastura e dei pesci e mi diressi verso la nuova destinazione.
Qui la scogliera si alzava dal mare di cinque o sei metri, il fondo era completamente roccioso e qua e la si intravedevano delle chiazze scure, sicuramente posidonie, che avrebbero limitato il mio campo di azione.
Rimontai la mia attrezzatura e scegliendo il punto più avanzato verso il mare, piazzai il panchetto, scelsi il punto dove avrei pescato e ricominciai a pasturare.
Passò una mezz'ora prima che il primo pesce si decidesse a mangiare, era un sarago fasciato, non piccolo, insistetti a pasturare e dopo pochi minuti abboccò una grossa occhiata, provai a sollevarla non avendo il guadino, ma a metà strada ruppe con i suoi dentini il delicato terminale.
Rilanciai e dopo alcuni minuti un'orata pensò bene di farmi visita, con calma portai il pesce dove la scogliera era più bassa e questa volta mi andò bene, il pesce finì nel secchio del pescato.
Stavo per rilanciare quando sentii un vicino vociare, una famiglia in vacanza si stava avvicinando, non appena furono sulla roccia a pochi metri da me, i bambini incominciarono a tuffarsi, l'acqua in quel punto era profonda tre metri, risalivano e si rituffavano e dopo poco anche i genitori si unirono a loro in una gara di tuffi.
Insistetti ancora ma sapevo bene che i pesci si erano già allontanati e non di poco.
Mestamente rifeci le canne e riordinai tutto dopodiché mi incamminai verso la spiaggia dove mia moglie stava prendendo il sole.
La mattina successiva ci riprovai e questa volta il bagnino non mi venne a mandare via, forse perché il giorno precedente avevo messo i pesci in un sacchetto e li avevo dati tutti a sua moglie, da quel "figliol di buona donna" che la mia povera mamma diceva che fossi.
Il mare si era mosso un po' di più e le occhiate fecero la parte del leone, ne presi una quindicina, qualche sarago belloccio e anche un'oratella di taglia come il giorno precedente.
Quando tornai alla spiaggia, il bagnino si avvicinò, ci salutammo e mi disse:- signor Bruno, so che si chiama così, finchè lei è il solo che pesca posso chiudere un occhio, ma se c'è altra gente purtroppo non posso fare a meno di mandarvi via, sa, ne va del mio lavoro.
Purtroppo le mie pescate non erano passate inosservate, infatti la mattina successiva sulla scogliera sembrava ci fosse la sagra del paese, contai otto canne in pesca, mentre mi avvicinavo vidi che i pescatori parlottavano tra loro e mi ammiccavano, mi avevano lasciato il posto del giorno prima libero, sapevo già che il gioco sarebbe durato poco ma feci finta di niente, preparai la pastura ed i bigattini e pasturai abbondantemente prima di montare la canna, appena in pesca allamai un'occhiata grossotta e facendo anche un po' di scena, che non guasta mai, la portai al guadino e la misi in secco.
Rilanciai e mi guardai intorno, accorgendomi che avevo tutti gli occhi addosso e così pensai bene di fare un po' di show con le altre tre o quattro occhiate decisamente più piccole della prima.
Con la coda dell'occhio vidi il bagnino che si stava avvicinando, la pacchia stava per finire, improvvisamente il cimino della canna si piegò e incannai un bel pesce, sicuramente si trattava di un'orata di taglia.
Continua.