La pasturazione
Inviato: 25 mar 2013, 21:32
Se c’è un argomento frutto di mille accese discussioni nei negozi di pesca, quello è sicuramente la pasturazione, e questo perché ogni pescatore ha un suo sistema ed un suo modo sia nel preparare la pastura, sia nel proporla ai pesci.
Ognuno è convinto i cuor suo che il sistema che ha scelto sia migliore degli altri che sente proporre e vi spiego il perché di questo mistero.
Nella pesca in acque dolci, nei fiumi e laghi o laghetti, meglio se durante una competizione agonistica, dove i concorrenti sono posti in fila e gli uni accanto agli altri usando pasture diverse e modi diversi di proporle, la differenza salta subito agli occhi ed è, data dal numero delle catture e dalla continuità del prelievo ittico.
In barca la cosa è più complessa, non c’è la possibilità del confronto diretto; è vero che il risultato finale fa da testimone per la bontà di quello che si è fatto e di come si è fatto, ma è altrettanto vero che altri fattori hanno concorso a quel determinato risultato, non ultimo la presenza in quel posto dei pesci cui la pastura era destinata.
Faccio questa premessa prima di accingermi a parlarne perché quello che vi proporrò non è certamente l’unico sistema e l’unico modo, è solo ed esclusivamente frutto della mia esperienza grazie alla quale, dopo tanti anni, mi sono fatto una opinione personale e soggettiva a causa delle tante soddisfazioni e delle altrettante delusioni avute, per cui ho fatto una scelta ponderata.
Oltretutto, praticando tutti i sistemi di pesca, da quella alle occhiate fino al big game, ho dovuto giocoforza conoscere tutto quello che possiamo avere a disposizione per poter pasturare. Sicuramente ci sarà nel forum chi, rivolgendosi ad un solo sistema potrà dare ulteriori consigli per migliore quanto descrivo.
Dividerò l’argomento a seconda delle varie tecniche, mi sembra l’unico modo corretto e puntuale
per catalogarlo ordinatamente.
PESCA SOTTOCOSTA CON GALLEGGIANTE.
Questa tecnica è rivolta soprattutto, con graditissimi out sider, alla cattura di occhiate e saraghi.
La base di questa pastura sono gli sfarinati pronti che si trovano nei negozi di pesca, confezionati in buste da uno fino a tre chili.
Ne ho provate diverse senza sostanziali differenze tra le une e le altre.
Non fatevi trascinare nell’acquisto da quello che vedete stampato sulla confezione; speciale sarago, oppure: speciale cefalo ne ho vista una ultimamente con su scritto speciale orata.
No, non andate dietro a queste diciture, magari… se buttando in acqua due manciate di pastura arrivassero le orate, ma la cosa non funziona così.
La base di una buona pastura ha due caratteristiche: quella visiva e quella aromatica.
Una pastura chiara sarà da preferire, ma se non la trovate usatene pure un’altra, purchè, questo sì è essenziale, il profumo.
Più sono odorose più saranno gradite e attraenti.
Gli effluvi insieme a piccoli frammenti, verranno trasportati dalla corrente fino a grandi distanze, attirando i pesci nella scia fino ad arrivare all’origine che è sotto la nostra barca.
Tenete bene presente che con la pastura non dobbiamo sfamare i pesci, dobbiamo solo attirarli vicino alla barca, quindi va gettata in acqua con un certo ritmo senza lasciarci prendere la mano.
L’altro ingrediante della pastura è il pane grattato che va mescolato agli sfarinati nella medesima proporzione, 1 chilo ed un chilo.
Per poterla meglio amalgamare sarà più adatto un contenitore a bordo basso ed a bocca larga, tipo calderella per muratori, questi contenitori si trovano coloratissime nei negozi di pesca, vi troverete molto meglio che prepararla in un comune secchio.
Se avete intenzione di acquistarlo, li troverete in due misure, prendete quella più grande.
PREPARAZIONE
Versiamo nel contenitore un chilo di pastura e un chilo di pane grattato e mescolateli bene a secco.
Versate lentamente acqua di mare, qualche bicchiere e mescolate accuratamente, poi verificate se stringendo la pastura questa sta insieme, se non sta insieme aggiungiamone un altro bicchiere e mescoliamo e così via finchè non si sia raggiunto il risultato voluto, cercate di non “affogare il mugnaio” ma se vi succede rimedierete aggiungendo del pane grattato.
INIZIAMO A PASTURARE
Abbiamo fatto un buon ancoraggio e siamo convinti di essere nel posto buono.
Prendiamo una palletta grande come un mandarancio e stringiamola, la getteremo in acqua al centro della poppa, successivamente altre pallette ai lati della barca, poi nuovamente al centro della poppa allungando però il tiro di quattro o cinque metri, ripetiamolo anche ai lati.
COME CONTINUARE
Normalmente, tranne casi particolari, la pastura ha un tempo di reazione di un’oretta.
In questo tempo diciamo ogni cinque minuti, getteremo in acqua un’altra palletta in modo che la scia che abbiamo creato rimanga attiva.
RAFFORZIAMO LA PASTURA
L’esca che dovremo usare è il bigattino, se ne getteremo alcuni pizzicotti in acqua sul filo della corrente otterremo un effetto ancora più rapido ed efficace.
Qui occorre molta più attenzione che per la pastura.
Pensate per un attimo cosa succede la sotto, la manciatina di bigattini che viaggia sul filo della corrente si inabissa lentamente allontanandosi dalla barca.
I pesci che sono attratti seguono i bigattini, mangiandone uno per volta allontanandosi insieme a loro e continueranno finchè non li avranno finiti tutti a quel punto saranno così lontani che se distratti da altre cose non torneranno più, quindi attenzione.
ALTRI SISTEMI DI PASTURA
In commercio si trovano secchielli di sarde tritate sia sciolte sia racchiuse in una rete.
Quelle tritate normalmente vengono immesse nelle pasture sfarinate in questo modo: anziché usare l’acqua di mare semplicemente per amalgamarle, all’acqua viene aggiunta con un cucchiaio la sarda tritata e fatta struggere prima di unirla alla pastura, con lo stesso cucchiaio si gettano in acqua alcune cucchiaiate ad intervalli regolari.
Le sarde nella rete invece, una volta zavorrato il contenitore si cala in acqua legato ad una cimetta fermandolo alla profondità voluta.
L’aroma attirerà con la sua scia i pesci.
Personalmente uso questo secondo sistema quando arriva il momento delle lecce stella che sono particolarmente attratte da questo odore ed innesco pezzetti di filetto di sarda.
Continua
Ognuno è convinto i cuor suo che il sistema che ha scelto sia migliore degli altri che sente proporre e vi spiego il perché di questo mistero.
Nella pesca in acque dolci, nei fiumi e laghi o laghetti, meglio se durante una competizione agonistica, dove i concorrenti sono posti in fila e gli uni accanto agli altri usando pasture diverse e modi diversi di proporle, la differenza salta subito agli occhi ed è, data dal numero delle catture e dalla continuità del prelievo ittico.
In barca la cosa è più complessa, non c’è la possibilità del confronto diretto; è vero che il risultato finale fa da testimone per la bontà di quello che si è fatto e di come si è fatto, ma è altrettanto vero che altri fattori hanno concorso a quel determinato risultato, non ultimo la presenza in quel posto dei pesci cui la pastura era destinata.
Faccio questa premessa prima di accingermi a parlarne perché quello che vi proporrò non è certamente l’unico sistema e l’unico modo, è solo ed esclusivamente frutto della mia esperienza grazie alla quale, dopo tanti anni, mi sono fatto una opinione personale e soggettiva a causa delle tante soddisfazioni e delle altrettante delusioni avute, per cui ho fatto una scelta ponderata.
Oltretutto, praticando tutti i sistemi di pesca, da quella alle occhiate fino al big game, ho dovuto giocoforza conoscere tutto quello che possiamo avere a disposizione per poter pasturare. Sicuramente ci sarà nel forum chi, rivolgendosi ad un solo sistema potrà dare ulteriori consigli per migliore quanto descrivo.
Dividerò l’argomento a seconda delle varie tecniche, mi sembra l’unico modo corretto e puntuale
per catalogarlo ordinatamente.
PESCA SOTTOCOSTA CON GALLEGGIANTE.
Questa tecnica è rivolta soprattutto, con graditissimi out sider, alla cattura di occhiate e saraghi.
La base di questa pastura sono gli sfarinati pronti che si trovano nei negozi di pesca, confezionati in buste da uno fino a tre chili.
Ne ho provate diverse senza sostanziali differenze tra le une e le altre.
Non fatevi trascinare nell’acquisto da quello che vedete stampato sulla confezione; speciale sarago, oppure: speciale cefalo ne ho vista una ultimamente con su scritto speciale orata.
No, non andate dietro a queste diciture, magari… se buttando in acqua due manciate di pastura arrivassero le orate, ma la cosa non funziona così.
La base di una buona pastura ha due caratteristiche: quella visiva e quella aromatica.
Una pastura chiara sarà da preferire, ma se non la trovate usatene pure un’altra, purchè, questo sì è essenziale, il profumo.
Più sono odorose più saranno gradite e attraenti.
Gli effluvi insieme a piccoli frammenti, verranno trasportati dalla corrente fino a grandi distanze, attirando i pesci nella scia fino ad arrivare all’origine che è sotto la nostra barca.
Tenete bene presente che con la pastura non dobbiamo sfamare i pesci, dobbiamo solo attirarli vicino alla barca, quindi va gettata in acqua con un certo ritmo senza lasciarci prendere la mano.
L’altro ingrediante della pastura è il pane grattato che va mescolato agli sfarinati nella medesima proporzione, 1 chilo ed un chilo.
Per poterla meglio amalgamare sarà più adatto un contenitore a bordo basso ed a bocca larga, tipo calderella per muratori, questi contenitori si trovano coloratissime nei negozi di pesca, vi troverete molto meglio che prepararla in un comune secchio.
Se avete intenzione di acquistarlo, li troverete in due misure, prendete quella più grande.
PREPARAZIONE
Versiamo nel contenitore un chilo di pastura e un chilo di pane grattato e mescolateli bene a secco.
Versate lentamente acqua di mare, qualche bicchiere e mescolate accuratamente, poi verificate se stringendo la pastura questa sta insieme, se non sta insieme aggiungiamone un altro bicchiere e mescoliamo e così via finchè non si sia raggiunto il risultato voluto, cercate di non “affogare il mugnaio” ma se vi succede rimedierete aggiungendo del pane grattato.
INIZIAMO A PASTURARE
Abbiamo fatto un buon ancoraggio e siamo convinti di essere nel posto buono.
Prendiamo una palletta grande come un mandarancio e stringiamola, la getteremo in acqua al centro della poppa, successivamente altre pallette ai lati della barca, poi nuovamente al centro della poppa allungando però il tiro di quattro o cinque metri, ripetiamolo anche ai lati.
COME CONTINUARE
Normalmente, tranne casi particolari, la pastura ha un tempo di reazione di un’oretta.
In questo tempo diciamo ogni cinque minuti, getteremo in acqua un’altra palletta in modo che la scia che abbiamo creato rimanga attiva.
RAFFORZIAMO LA PASTURA
L’esca che dovremo usare è il bigattino, se ne getteremo alcuni pizzicotti in acqua sul filo della corrente otterremo un effetto ancora più rapido ed efficace.
Qui occorre molta più attenzione che per la pastura.
Pensate per un attimo cosa succede la sotto, la manciatina di bigattini che viaggia sul filo della corrente si inabissa lentamente allontanandosi dalla barca.
I pesci che sono attratti seguono i bigattini, mangiandone uno per volta allontanandosi insieme a loro e continueranno finchè non li avranno finiti tutti a quel punto saranno così lontani che se distratti da altre cose non torneranno più, quindi attenzione.
ALTRI SISTEMI DI PASTURA
In commercio si trovano secchielli di sarde tritate sia sciolte sia racchiuse in una rete.
Quelle tritate normalmente vengono immesse nelle pasture sfarinate in questo modo: anziché usare l’acqua di mare semplicemente per amalgamarle, all’acqua viene aggiunta con un cucchiaio la sarda tritata e fatta struggere prima di unirla alla pastura, con lo stesso cucchiaio si gettano in acqua alcune cucchiaiate ad intervalli regolari.
Le sarde nella rete invece, una volta zavorrato il contenitore si cala in acqua legato ad una cimetta fermandolo alla profondità voluta.
L’aroma attirerà con la sua scia i pesci.
Personalmente uso questo secondo sistema quando arriva il momento delle lecce stella che sono particolarmente attratte da questo odore ed innesco pezzetti di filetto di sarda.
Continua