Limiti di peso: pro e contro
Inviato: 05 dic 2012, 22:35
Forse sto trattando un argomento un po' pesante con risvolti noiosi, ma, se mi seguite per un momento vedremo di mettere bene a fuoco tutto quello che è a favore e quello che è a mio avviso completamente sbagliato e da rivedere.
La quota pro capite del pescato, quota stabilita dalla legge, è di 5 kg. per ogni pescatore.
Fanno eccezione pesci singoli di peso superiore ed i tonni.
Per quanto riguarda i pesci singoli di peso superiore ai 5 kg., ne possono essere catturati uno a testa, i tonni uno per ogni barca indipendentemente delle persone a bordo.
Quando parlo di quota di pescato e non di pesce, perchè intendo che nei cinque kg. sono compresi anche i cefalopodi che fanno parte del peso complessivo.
Fino a qui tutto bene, i pesi sono sufficienti per garantire un giusto divertimento ed al tempo stesso poter consumare il pesce fresco assieme alla propria famiglia.
E' un peso giusto per cui difficilmente si dovrebbe cadere nella tentazione di venderlo e di lucrarci, quindi anche i professionisti dovrebbero essere pienamente salvaguardati.
In questo spirito la legge dispone che per i pesci più grossi valga il medesimo principio, non potendo dividere il pesce, autorizza di poterne riportare uno a testa, quindi una barca con tre persone a bordo può riportare tre prede.
Questo invece, a me sembra un po’ generoso, perché il regolamento ci permette di riportare anche tre ricciolone di venti kg. Ed il prelievo in questi casi mi sembra veramente eccessivo, comunque così recita la legge e tutto sommato è a favore dei pescatori sportivi.
Niente da dire sul tonno, uno va bene.
Tra gli attrezzi consentiti agli sportivi c’è anche il palamito, non ricordo gli ami pescanti, mi sembra siano 300, ma non ne sono sicuro, comunque sia anche se fossero trenta il risultato del nostro ragionamento non cambia.
I pesci che vengono salpati con questo attrezzo normalmente arrivano in barca quasi tutti morti o talmente stressati che anche rimessi in libertà, tranne alcune specie poco pregiate, morirebbero poco dopo.
La legge non ammette deroghe: i 5 kg. Valgono anche per questo sistema di pesca, per cui o si ributta a mare l’eccedenza oppure siamo passibili, in caso di controllo, a salatissime multe.
In questo caso la legge mostra il proprio limite, non si può pretendere che si ributtino a mare dei pesci morti, anziché poterli riportare, questo è assolutamente immorale, per cui troverei più equo o vietare agli sportivi questo attrezzo, oppure si derogare sul peso.
Prendiamo il caso di una battuta di pesca che dura più giorni, la legge non ne parla, i 5 kg. Sono il limite legale e ogni eccesso porta inevitabilmente ad incorrere nelle gravissime sanzioni amministrative.
Non ci sono ne sé, ne ma, ho assistito io stesso al rientro in barca di un equipaggio che era andato a pescare le tanute ed era rimasto fuori due giorni, al rientro in porto: pesatura e verbale, il pescato risultava di 8 kg. a testa, queste erano state pescate in due giorni e si vedeva bene, ma, nonostante tutte le testimonianze fu verbalizzata la sanzione.
L’armatore, che è il re dei sottaceti, mise di mezzo i suoi legali, inutilmente, dovette pagare la multa.
Fuori dalle acque territoriali il limite decade, per cui possiamo prendere tutto il pesce che vogliamo, però sarà bene farsi venire fame perché dovremo mangiarcelo e in quelle acque, quasi tutto, perché, comunque al ritorno in porto, non ne potremmo riportare oltre il famoso limite, anche se li abbiamo presi fuori dei confini nazionali.
La quota pro capite del pescato, quota stabilita dalla legge, è di 5 kg. per ogni pescatore.
Fanno eccezione pesci singoli di peso superiore ed i tonni.
Per quanto riguarda i pesci singoli di peso superiore ai 5 kg., ne possono essere catturati uno a testa, i tonni uno per ogni barca indipendentemente delle persone a bordo.
Quando parlo di quota di pescato e non di pesce, perchè intendo che nei cinque kg. sono compresi anche i cefalopodi che fanno parte del peso complessivo.
Fino a qui tutto bene, i pesi sono sufficienti per garantire un giusto divertimento ed al tempo stesso poter consumare il pesce fresco assieme alla propria famiglia.
E' un peso giusto per cui difficilmente si dovrebbe cadere nella tentazione di venderlo e di lucrarci, quindi anche i professionisti dovrebbero essere pienamente salvaguardati.
In questo spirito la legge dispone che per i pesci più grossi valga il medesimo principio, non potendo dividere il pesce, autorizza di poterne riportare uno a testa, quindi una barca con tre persone a bordo può riportare tre prede.
Questo invece, a me sembra un po’ generoso, perché il regolamento ci permette di riportare anche tre ricciolone di venti kg. Ed il prelievo in questi casi mi sembra veramente eccessivo, comunque così recita la legge e tutto sommato è a favore dei pescatori sportivi.
Niente da dire sul tonno, uno va bene.
Tra gli attrezzi consentiti agli sportivi c’è anche il palamito, non ricordo gli ami pescanti, mi sembra siano 300, ma non ne sono sicuro, comunque sia anche se fossero trenta il risultato del nostro ragionamento non cambia.
I pesci che vengono salpati con questo attrezzo normalmente arrivano in barca quasi tutti morti o talmente stressati che anche rimessi in libertà, tranne alcune specie poco pregiate, morirebbero poco dopo.
La legge non ammette deroghe: i 5 kg. Valgono anche per questo sistema di pesca, per cui o si ributta a mare l’eccedenza oppure siamo passibili, in caso di controllo, a salatissime multe.
In questo caso la legge mostra il proprio limite, non si può pretendere che si ributtino a mare dei pesci morti, anziché poterli riportare, questo è assolutamente immorale, per cui troverei più equo o vietare agli sportivi questo attrezzo, oppure si derogare sul peso.
Prendiamo il caso di una battuta di pesca che dura più giorni, la legge non ne parla, i 5 kg. Sono il limite legale e ogni eccesso porta inevitabilmente ad incorrere nelle gravissime sanzioni amministrative.
Non ci sono ne sé, ne ma, ho assistito io stesso al rientro in barca di un equipaggio che era andato a pescare le tanute ed era rimasto fuori due giorni, al rientro in porto: pesatura e verbale, il pescato risultava di 8 kg. a testa, queste erano state pescate in due giorni e si vedeva bene, ma, nonostante tutte le testimonianze fu verbalizzata la sanzione.
L’armatore, che è il re dei sottaceti, mise di mezzo i suoi legali, inutilmente, dovette pagare la multa.
Fuori dalle acque territoriali il limite decade, per cui possiamo prendere tutto il pesce che vogliamo, però sarà bene farsi venire fame perché dovremo mangiarcelo e in quelle acque, quasi tutto, perché, comunque al ritorno in porto, non ne potremmo riportare oltre il famoso limite, anche se li abbiamo presi fuori dei confini nazionali.