Ciao, Airon.
Nessuna vena polemica, ma la sana abitudine di coltivare il dubbio. Sopratutto in argomenti in cui, credo, nessuno possa affermare di possedere la verità in tasca.
Credo che Raiola abbia fato un lavoro di tutto rispetto, ma anche lui tra le righe(ma non troppo) evidenzia come nei paesi europei la normativa sui natanti non sia affatto omogenea (in alcuni stati si considerano tali anche unità che arrivano sino a 24 metri

) e fa capire che se si vuole "espatriare" è bene conoscere la normativa di settore del Paese ospite (vedi in proposito gli accordi bilaterali francia italia per il libero transito dei natanti sul sito
http://www.guardiacostiera.it).
Come vedi nessuna volontà di sminuire chi per lavoro di chi si occupa
anche di questa materia che per noi è invece una bella passione, ma al contrario il desiderio di approfondire delle tematiche che, ti confermo, possono avere interpretazioni differenti.
Vorrei infine fare delle precisazioni:
1) L'autore del "Vademecum del diportista" non è più in servizio almeno dal 2006: la lettera "a" che ho scritto dopo il grado ed il corpo di appartenenza nel precedente post stà per "Ausiliaria".
2) Francamente non credo che il Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto abbia potuto dare il preciso ordine di redigere una pubblicazione edita da una casa editrice privata e, sebbene meritevole di apprezzamento, a palese scopo di lucro

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Senza polemica e al solo fine di una piacevole discussione su temi a me molto cari.
Giulio P