io parto dal presupposto che tutte le carene che navigano nei ns mari costruite da cantieri nostrani,sono state progettate per lo piu' nella patria degli hot-dog! A parte Renato Sonny Levi che ha rielaborato un progetto Hunt inventando una particolare carena definita a "V" profondo,e un deadrise di 26° che permetteva ,in presenza di mare formato,una navigazione piu' stabile,dopo di lui pare che in questo campo si sia creato un deserto


durante la progettazione di una barca, in base alle sue prospettive:sportive o crocieristiche si sceglie quale motorizzazione dotare,si considerano pesi,potenze atte a mantenere un assetto planante in tutta sicurezza,e tanti altri fattori che non menziono atti a stabilire l'equilibrio della imbarcazione definita.Naturalmente i progettisti considerano un po' tutto,dall'equipaggio imbarcato ai serbatoi ,alle dotazioni,al dislocamento,al tipo di trasmissione e tante altre voci,non per ultimo le eliche

Per una barca planante la scelta della motorizzazione e' tanto importante quanto lo e' la carena! deve essere il piu' leggero possibile e poter erogare la giusta potenza quando occorra.
per farla breve un bravo progettista deve ottenere il massimo della resa al minor consumo.io paragono un'imbarcazione planante come un TIR carico e sempre in salita

Torniamo adesso al ns Ferretti 38 altura del 1983 con 2 motori in linea d'assi da 608 cv in totale.considerando il suo dislocamento importante,e una buona distribuzione dei pesi,la barca riesce ad equilibrare tutte le forze e ad ottenere un baricentro che,a parte le richieste piu' disparate dei committenti,entra nella tolleranza del progetto.
Come gia' detto da Coma66,noi siamo viziati...vogliamo la plancetta di poppa,poi mettiamo su di essa un tender con motore fb annesso e dulcis in fundo non si capisce perche' quando si naviga tutti o quasi tutti i componenti dell'equipaggio si siedono nei divani di poppa (almeno a me succede cosi').Ecco che questa povera barca la vediamo navigare con la prua che indica la "stella polare"...come poter ovviare a questo antipatico inconveniente? semplice,si montano i flaps e se non basta anche il flappone fisso,migliorando di fatto le prestazioni! attenzione pero' e' vero che l'assetto e' piu' orizzontale,ma se navighiamo in planata con il giusto range di crociera ed estendiamo i flap ci ritroveremo si con la prua abbassata,ma presenteremo molta piu' parte immersa,e di conseguenza la resistenza aumentera' facendo diminuire la velocita'.(volando avrete certamente notato che il velivolo estende i flaps solo quando riduce velocita' e ha bisogno di maggior sostentamento,in fase di decollo o in fase di atterraggio.Raggiunto il range critico il pilota ritrae tutti gli ipersostentatori) quindi i flaps devono essere adoperati solo in fase di preplanata,o in caso di mare formato per mantenere la velocita' minima di planata.Se una barca ha bisogno di essere "flappata" in velocita' di crociera le cose sono 2: o e' sottomotorizzata oppure il progetto di carena esterna evidenti magagne.il flappone centrale invece ha l'utilita' di prolungare leggermente le linee d'acqua nella parte finale della carena nella zona angolare del deadrise ed e' neutro come angolazione.anch'esso pero' serve per equilibrare pesi forse mal distribuiti


