Altre onde anomale...gli TSUNAMI

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Marenostrum66
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Altre onde anomale...gli TSUNAMI

Messaggio da Marenostrum66 »

Perdonate i miei sproloqui… ma in questo caso, oltre al piacere di farlo, ho anche preso un impegno verso un iscritto… quindi DEVO parlarvi di Tsunami!

Il Nome
Il Nome Tsunami è giapponese: lo hanno inventato loro semplicemente perché l’elevato grado sismico di quel territorio, ne ha generati molti nel corso della storia, abbastanza da dargli un nome specifico.
Tsunami è composto da due termini TSU che significa PORTO e dal termine NAMI che significa ONDA. Quindi Tsunami significa ONDA DI PORTO a indicare un’onda capace di scavalcare le protezioni del porto.

Differenza fra Tsunami e onde anomale di superficie
Le onde di superficie si formano a causa del vento. La loro dinamica di propagazione è poi influenzata da correnti e dal fondo marino in acque poco profonde. La loro propagazione in treni d’onda può talvolta generare le onde anomale… di cui abbiamo parlato qui le-onde-anomale-t10616.html ma sono sempre onde che agiscono sulla superficie e nella loro dinamica nascono si propagano e si dissipano per un’energia di superficie.
Le onde di tsunami si caratterizzano per la loro diversa conformazione fisica di lunghezza d’onda, altezza, velocità e dissipazione. La loro natura dipende dalle cause che la possono generare, anch’esse diverse: in sintesi Frane, Eruzioni vulcaniche, meteoriti o Terremoti. Queste diverse cause rispetto alle onde di superficie mosse dal vento, sono la ragione della diversità nella fisica delle onde degli tsunami: queste cause infatti agiscono sull’intera colonna d’acqua, tra il fondo e la superficie. Mentre le onde di superficie nascono, si sviluppano e si propagano per ragioni legate vento, quindi a un fenomeno di superficie.

Dinamica di formazione dell’onda di Tsunami
Per comprendere meglio questa importante differenza, nel video sotto, al minuto 3:15, si osserva la dinamica delle onde mosse dal vento: si può notare come le particelle d’acqua interessate dalla dinamica del moto sono solo quelle superficiali. Quelle in profondità son “immobili” (minuto 3:30)


Al minuto 4:10 si osserva invece che le particelle d’acqua interessate dal movimento tellurico di una placca tettonica sul fondo del mare, interessa TUTTA la colonna d’acqua soprastante.
Il sollevamento della colonna d’acqua può essere relativamente poco elevato, diciamo 1 metro. Ma la sua estensione e lunghezza d’onda è pari all’estensione della placca che si è mossa: quello di Sumatra del 26 dicembre aveva un’estensione di circa 100 Km.
Quindi tornado alle differenze su due onde generate su un mare profondo 4000m, si ha
onda oceanica di superficie:
- Altezza h=30 m
- Lunghezza d’onda λ=150 m
- Rapporto profondità /lunghezza d’onda Pr/λ= 4000/150 = 26.6

Quella da tsunami:
- Altezza h=1 m
- Lunghezza d’onda λ=100.000 m
- Rapporto profondità /lunghezza d’onda Pr/λ= 4000/100.000 = 0.04

Come si vede lo Tsunami ha un rapporto tra profondità e lunghezza d’onda MOLTO più piccolo di una grossa onda oceanica da vento. Per questa ragione lo tsunami, per quanto strano possa sembrare, si comporta come fisica del moto al pari delle ondine che si frangono sul bagnasciuga!!!! Le onde in acqua poco profonda: in un certo senso, immaginate le ondine che si propagano vicino alla riva di una spiaggia: la loro lunghezza d’onda potrebbe essere 10 cm su una profondità di 4 cm = 4/10 = 0.04. Il rapporto è il medesimo. O assomigliano a onde lunghe e alte 100 cm quando incontrano un fondo di 40 cm.

Si può dimostrare che nella dinamica di propagazione in acque poco profonde, la velocità dell’onda è pari alla radice quadrata del prodotto tra accelerazione di gravita g (9.8 m/sec*sec) per la profondità.
V = sqrt(g*p)
Ne deriva che uno tsunami che nasce in mezzo all’oceano, in 4000 metri di acqua, si propaga a radice quadrata di 4000x9.8 = 200 m/sec = 720 km/h
Non solo, un’altra regola è che maggiore è la lunghezza d’onda (100km nello tsunami, 150m nell’onda di superficie) minore è la dissipazione del moto. Per questa ragione le onde di tsunami del terremoto sottomarino di Sumatra, si sono propagate fino al Madagascar e sulle coste dell’africa orientale. E quelle dello Tsunami in Giappone si sono propagate fino alla costa della California!



Propagazione dell’onda sottocosta
Una volta giunte sulla costa, le onde oceaniche di superficie, che interessano i movimenti delle molecole più in superficie, quando trovano acque poco profonde, incontrano resistenza all’avanzamento, pertanto la velocità diminuisce nella parte inferiore mentre quella superiore procede conservando il moto: ne deriva un rallentamento dell’onda, una diminuzione della sua lunghezza d’onda e un aumento della sua altezza.
Una volta che l’onda si frange, tocca all’onda successiva, che era 150 metri dietro la prima che rallentasse. L’onda non penetra nell’entroterra perché il volume d’acqua interessato dal moto, per quanto alta sia (immaginate le grandi onde cavalcate dai surfisti), sarà anche 30 metri ma solo 150 di lunghezza d’onda.

Quando l’onda di Tsunami si avvicina alla terraferma ha alcune differenza molto importanti sulle conseguenze finali: il moto delle particelle d’acqua interessa tutta la colonna (come illustrato nel primo video) e non solo le molecole di superficie, quindi, a differenza delle onde di superficie, la sua modificazione comincia già quando la profondità risale da 4000 m a 1000 m poi a 200 m , poi 100 m: tutta la colonna sottostante è interessata ad un progressivo rallentamento e, per la conservazione dell’energia, ad un innalzamento dell’onda, che comincia molto lentamente ma già MOLTO lontano dalla costa.


Le variazioni di velocità son elevatissime: si passa dai 720 km/h dove l’acqua è profonda 4000 m a 100 km/h dove l’acqua è 100 m a 80 km/h dove è a 50 m.
Nel video l’immagine dell’onda ancora al largo, ma con acqua relativamente poco profonda, mentre una vedetta della guardia costiera la scavalca. L’onda ha rallentato già moltissimo e si è innalzata oltre il metro iniziale del punto di grande profondità dove si era generata.


Quando l’onda si avvicina alla costa e il fondale sale ancora, l’onda diventa più ripida, la lunghezza d’onda cala ma è comunque elevatissima. le immagini nel video dell’onda su Fukushima lo evidenziano nella fase finale.


Le onde come si vede, non sono spaventosamente alte… ma l’acqua che le segue a causa della loro lunghezza d’onda accorciata per il rallentamento è comunque decine di volte più lunga di un’onda di superficie… ne risulta un effetto come di marea…l’intero mare si alza…

Dall’altra parte dell’oceano, in California, molte ore dopo, l’onda non ancora dissipata per effetto della sua enorme lunghezza d’onda, si avvicina a una barca a vela al largo delle coste della California, e, nel video si sente una voce che le scambia per “tidal waves” ovvero onde di marea….ma non lo sono… è lo Tsunami del Giappone che è arrivato fino a lì!!!!

http://www.youtube.com/watch?NR=1&v=7og ... ature=fvwp



Conclusioni
1. Lo Tsunami è un’onda che si forma per l’intero movimento di una colonna d’acqua.
2. Ha una dimensioni pari alla perturbazione: più piccola se è una frana, potenzialmente enorme se è un terremoto.
3. Dimensioni significa lunghezza d’onda e fronte d’onda, ma non altezza, che, nel caso di un terremoto, può essere relativamente modesta, pari al sollevamento della crosta terrestre (esempio un metro), ma su una lunghezza di, ad esempio, 100 km.
4. Essendo la lunghezza d’onda molto elevata, il comportamento anche in acque molto profonde, è simile alla dinamica delle onde in acque basse, dove tutta la colonna di molecole dal fondo alla superficie interagisce: ma mentre nelle onde normali il fenomeno è a riva, qui comincia dove ci sono 4000 metri di profondità.
5. La velocità è, per la dinamica di propagazione come nelle acque basse, dipendente dalla profondità: nello tsunami arriva a 720 km in 4000 metri d’acqua. Cresce in acque più profonde e cala arrivando sottocosta.
6. L’enorme lunghezza d’onda, e non tanto l’altezza, è la causa della sua forte penetrazione nell’entroterra.
7. E’ proprio quella enorme lunghezza d’onda a causare il “ritiro del mare” prima dell’arrivo dell’onda che, come detto, non sarà necessariamente altissima…ma sarà LUNGHISSIMA… entrando nell’entroterra molto di più di una normale onda.

http://www.youtube.com/watch?feature=en ... Dmjuw&NR=1
japan-tsunami_2163130b.jpg

Il sistema DART per la rilevazione di tsunami
Gli USA (e chi se no?) hanno messo a punto un sistema che si chiama DART (Deep ocean Assessment and Reporting of Tsunami – sistema di rilevazione e segnalazione di Tsunami oceanico).
Il sistema consiste in:
1. una serie di rilevatori sismici installati nelle profondità marine in corrispondenza di punti critici di contatto delle placche tettoniche.
2. Una serie boe galleggianti con rilevatori d’onda di superficie
3. Una rete di satelliti e delle stazioni di ricezione/trasmissioni da e per le boe
Quando un terremoto attiva il sismografo subacqueo, viene mandato un alert al centro Tsunami attraverso i satelliti. Se il terremoto è di una magnitudo pericolosa, si ascoltano i segnali provenienti dalle boe galleggianti che rilevano il passaggio di un’onda di tsunami (che per lunghezza d’onda e velocità, non può essere confusa con un’onda oceanica classica di superficie).


ETD Deployed DSC_5995.jpg

Il post è lunghetto.. :inchino ma non sono riuscito a parlarne in modo più sintetico :smt039 :smt039
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coma66
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Re: Alter onde anomale...gli TSUNAMI

Messaggio da coma66 »

Io credo che la cosa sconvolgente di quete onde, sia la loro repentina ed improvvisa comparsa anche in una giornata di perfetto tempo estivo soleggiato ed assenza di vento.

In un temporale, ci si prepara psicologicamente, c'è il cielo grigio, il vento, i lampi ed il mare mosso.......

Con gli tsunami, semplicemente sei intendo a prendere il sole o a afre il bagno ed all'improvviso l'acqua sale, sale , sale, copre tuttto anche lentamente ma inesorabilmente e creo che oltre allo sbigottimento si associ un senso di impotenza generato dalla lentezza del palesarsi del fenomeno.
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Re: Alter onde anomale...gli TSUNAMI

Messaggio da Marenostrum66 »

coma66 ha scritto:Io credo che la cosa sconvolgente di quete onde, sia la loro repentina ed improvvisa comparsa anche in una giornata di perfetto tempo estivo soleggiato ed assenza di vento.

In un temporale, ci si prepara psicologicamente, c'è il cielo grigio, il vento, i lampi ed il mare mosso.......

Con gli tsunami, semplicemente sei intendo a prendere il sole o a afre il bagno ed all'improvviso l'acqua sale, sale , sale, copre tuttto anche lentamente ma inesorabilmente e creo che oltre allo sbigottimento si associ un senso di impotenza generato dalla lentezza del palesarsi del fenomeno.
E' proprio questo comportamento che ha mantenuto molti bagnanti sulla spiaggia a cercare di capire...In realtà un avviso c'è, netto e chiaro...il mare prima di salire di livello, si ritira: quando l'onda arriva in acque basse, la lunghezza d'onda cala, l'onda si innalza e quello che sarebbe stato il "cavo anteriore dell'onda" si manifesta sulla spiaggia con un grande ritiro dell'acqua. Pensate anche alle piccole onde del bagnasciuga, l'acqua si ritira e poi ri-avanza: in questo caso il fenomeno è il medesimo ma su una scala migliaia di volte maggiore. Quando vi capitasse mai di vedere questo ritiro dell'acqua........ :scappa
Se si è in acqua con la barca, conviene assolutamente cercare di prendere il largo più rapidamente possibile... cercando di scavalcare l'onda prima che sia troppo ripida...


ps:
1. lo tsunami di sumatra è stato il 26 dicembre... il giorno di Santo Stefano (io).
2. lo tsunami in Giappone è stato il giorno 11 marzo... il giorno del mio compleanno

chi viene al mare con me? :gu01
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wizard
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Re: Alter onde anomale...gli TSUNAMI

Messaggio da wizard »

Marenostrum66 ha scritto:
chi viene al mare con me? :gu01
io no :smt054
interessante argomento, come anche coma dice questi fenomeni hanno poco e niente a che fare con la meteorologia quindi si può essere marinai quanto si vuole ma spesso c e poco da fare.
Penso anche ch comunque questi fenomeni nel mediterraneo sarebbero molto minori.
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Openboat
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Re: Alter onde anomale...gli TSUNAMI

Messaggio da Openboat »

wizard ha scritto:Penso anche ch comunque questi fenomeni nel mediterraneo sarebbero molto minori.
Purtroppo no wiz,da noi sono fenomeni rarissimi ma quando si materializzano fanno delle vere e proprie "stragi" vedi Terremoto/maremoto di Messina e Reggio Calabria,il terremoto fece alzare onde di oltre 10 metri,sommergendo la quasi totalita' della citta' di Messina,damdo un ulteriore colpo di grazia a tutti quelli che erano sopravvissuti ai crolli e agli incendi,
Quasi 100.000 persone persero la vita fra le provincie di Messina(85.000 solo nella citta') e Reggio Calabria... :(
Ecco un saggio tratto dal sito della Protezione Civile:
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I maremoti nel Mediterraneo. L’assetto tettonico del Mar Mediterraneo che risulta dalla collisione tra la placca euroasiatica e quella africana è molto complesso. Informazioni storiche, studi di settore e dati sismotettonici hanno permesso di identificare le maggiori aree sorgenti di tsunami, dimostrando che quasi tutte si collocano molto vicino alla costa o solo parzialmente sulla terra emersa; di conseguenza, il tempo di ritardo tra la generazione dello tsunami e l’arrivo dell’onda sulla costa è piuttosto breve. Le sorgenti più pericolose di tsunami nell’area mediterranea si trovano in coincidenza con la struttura Algerino-Tunisina (direzione E-W da Gibilterra verso lo stretto di Sicilia), Ibleo-Maltese (50 km dalla costa est siciliana) e l’Arco Ellenico (direzione NW-E da Cefalonia a Rodi).
Nella storia i maremoti che hanno interessato le coste del Mediterraneo sono stati 127; di questi, 90 circa si sono verificati nell’area del Mediterraneo centrale, ossia in Italia, Grecia orientale, Albania, Croazia e Algeria. La maggior parte degli eventi ha avuto carattere locale ed ha provocato gravi danni nelle vicinanze dell’area di origine; altri invece hanno avuto magnitudo catastrofica ed impatto regionale. In particolare, i maremoti più distruttivi dell’area del Mediterraneo si sono verificati in Grecia e in Italia, dove la maggior parte degli tsunami che si sono verificati è di origine sismica.

I maremoti in Italia. Storicamente si sono originati tsunami nell’area tirrenica e nell'area ionica. Quest'ultima è stata interessata da maremoti innescati da eventi sismici nelle isole greche dell'Egeo e da eventi nella costa calabra, nel crotonese. Anche la costa orientale della Sicilia è stata interessata da onde anomale, tra cui quella provocata dal terremoto dell'11 gennaio 1693 nella Val di Noto. La scossa, di magnitudo pari a 7.4, colpì la Sicilia sud-orientale e l'onda di maremoto che seguì la scossa provocò ingenti danni alle città di Catania e Augusta, nonché in maniera minore a Messina. Furono stimate intorno alle 35mila vittime del terremoto e del maremoto. Altro esempio è il terremoto di Messina del 28 dicembre 1908 di magnitudo 7.1 che causò un violento tsunami che investì coste siciliane e calabre. Circa 85.000 persone persero la vita, molte delle quali a seguito dell’onda di maremoto, alta una decina di metri.
Oltre che da fenomeni sismici, le onde di maremoto possono essere provocate anche da altre cause, come frane sottomarine. Lo dimostra l’esperienza di Stromboli nel 2002.
italia_maremoto_d0.png
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:smt102
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Re: Alter onde anomale...gli TSUNAMI

Messaggio da Marenostrum66 »

wizard ha scritto:
Marenostrum66 ha scritto:
chi viene al mare con me? :gu01
io no :smt054
interessante argomento, come anche coma dice questi fenomeni hanno poco e niente a che fare con la meteorologia quindi si può essere marinai quanto si vuole ma spesso c e poco da fare.
Penso anche ch comunque questi fenomeni nel mediterraneo sarebbero molto minori.
in effetti nel link (che non funziona, andateci con copia incolla) di youtube, si vede una gruppentto di allegri navigatori a vela dall'altra parte del pacifico, che in una giornata serena e tranquilla vedono l'onda pensando che sia di marea.....invece aveva fatto 4200 miglia!!!!!
http://www.youtube.com/watch?NR=1&v=7og ... ature=fvwp


:smt039
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