Quando inspiriamo l’aria (che contiene il 21% di ossigeno) va negli alveoli. Negli alveoli avviene lo scambio dei gas: l’ossigeno dell’aria va nel capillare per essere poi trasportato dalla circolazione sanguigna a tutti i tessuti del corpo e l’anidride carbonica (e nei sub tutti i gas inerti della miscela respiratoria) passa dai capillari agli alveoli per essere eliminata con l’espirazione. I polmoni sono gli organi che limitano la nostra performance in acqua. Perché? Quando ci immergiamo, l’aumento della pressione ambiente “spinge” su torace e addome, riducendo l’espansione dei polmoni; inoltre respiriamo attraverso l’erogatore che non ha un flusso continuo, ma ci obbliga a “tirare” l’aria per poterla respirare. Da qui si evince l’importanza di una buona tecnica di respirazione e di una buona attrezzatura subacquea. Lasciando i dettagli sull’attrezzatura agli esperti del settore, passiamo a vedere come si dovrebbe respirare per migliorare le nostre performance. Dedicare 10/12 minuti di tecniche di rilassamento e respirazione prima di entrare in acqua è fondamentale. Esistono due tipi di respirazione: diaframmatica e toracica. Il diaframma è un muscolo a cupola che divide l’addome dal torace. Se lo abbassiamo verso il basso (dilatando la pancia), si crea spazio per i polmoni. La respirazione diaframmatica è caratteristica degli uomini, mentre le donne usano prevalentemente quella toracica. Gli sportivi le usano istintivamente entrambe. Come esercitarsi per riuscire a ottenere il meglio dai nostri polmoni?
• Sdraiatevi a terra, completamente rilassati, mettendo una mano sull’addome e una sul torace per controllare quanto avviene nel corpo. Poi inspirate lentamente e profondamente, dividendo l’atto in due fasi distinte.
• Per prima cosa gonfiate la pancia sollevando la parte addominale, in un secondo momento gonfiate il torace. Attenzione, però: dividere l’atto in due fasi non significa spezzarlo in due tempi. Il movimento, infatti, deve essere unico, continuo e armonico.
• Poi si passa all’espirazione, da effettuare seguendo l’ordine inverso: prima svuotate la gabbia toracica, poi l’addome, fino ad appiattirlo. Tutto ciò per una ventilazione ottimale.
Per un subacqueo respirare bene non vuol dire solo migliorare la performance atletica, ma anche migliorare l’eliminazione del gas inerte e ridurre il rischio di incidente da decompressione. Ci sono condizioni interne o esterne al nostro corpo (fumo, obesità, patologie tipo le bronchiti, utilizzo di erogatori duri, etc.) che riducono la capacità di scambio dei polmoni e aumentano il rischio di incidente subacqueo. In conclusione: vista l’importanza dei polmoni nell’attività subacquea, non limitatevi a respirare in maniera passiva col corpo, ma respirate anche con la mente. Solo così potrete migliorare la vostra performance fisica e potrete rendere le vostre immersioni più sicure.



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